Il contatto con Gesù regalato dagli Esercizi spirituali non si limita al tempo forte di un unico ritiro. Una volta scoperto, è tesoro chiamato a irradiarsi a tutta la vita della persona e ai rapporti con gli altri che intrattiene. Come ogni incontro con Dio, è contatto che cambia progressivamente la vita intera, anche al di fuori dei ristretti tempi di un ritiro.
Il condensato di questo “ponte” che porta il tesoro nel quotidiano è l’esame di coscienza ignaziano, che è chiamato ad essere appuntamento quotidiano con Dio del credente. Come tra le persone che si vogliono bene, è momento giornaliero per condividere insieme, nel dialogo “a tu per tu” complementare a quello vissuto attraverso la Sua Parola, qualcosa delle gioie e delle sofferenze del camminare insieme vissuto durante la giornata trascorsa.
Ma l’esperienza di vita della Chiesa ha suggerito che questo è ancora poco per difendere dal consumo del tempo quell’amore che è la fede. La vita feriale finisce per impolverare lo splendore dell’amore che ci ha riempito nei tempi forti. Tanto più se, come spesso oggi, è “vita di corsa” fra i tanti affanni ansiogeni e le necessarie scadenze di “produttività” o pressioni di vario genere. Sono, questi, dinamismi che finiscono per disperderci nella superficialità: il turbine dei mille impegni o rumori che riempiono (e spesso tiranneggiano o rubano) il nostro tempo ordinario, cerca così di seppellire la luce profonda del senso e della fonte della nostra vita sotto preoccupazioni o attenzioni, che ci fanno perdere la consapevolezza del noi divino, con cui viviamo insieme e che ci cammina al fianco.
Da qui un dato di tradizione, che la Chiesa ha oggi accolto perfino come esigenza richiesta per i presbiteri dal Diritto Canonico. È bene dedicare nel nostro anno diversi giorni consecutivi al rinnovamento del rapporto con Dio, per liberarlo dalla freddezza e dalla polvere, che il tram-tram della ferialità ci deposita sopra. È uno dei tanti modi da cui appare la consapevolezza ecclesiale dell’importanza degli esercizi spirituali.
Ed è esigenza recepita come normativa anche dalle regole o statuti di tante Congregazioni religiose e associazioni laicali. Ecco allora che per venirle incontro anche il Pozzo di Sichar offre più volte e con diverse guide corsi di esercizi spirituali ignaziani di una settimana, a volte anche “compattata” in cinque giorni. Il metodo di preghiera di Ignazio di Loyola, il silenzio, i quattro o cinque tempi o esercizi di orazione giornalieri sulla Parola, l’accompagnamento di una guida, scandiscono le giornate della settimana di ritiro, secondo lo stesso ritmo del mese ignaziano attorno a un tema o percorso spirituale.
Come quello della celebrazione eucaristica domenicale nella settimana, così nell’anno questo momento intenso di contatto con lo Spirito rinnova e fa crescere l’unione con Dio, per poterLo incontrare e servire sempre più e sempre meglio nei fratelli e nel lavoro, cui Egli ci si fa incontro nel nostro quotidiano. Non a caso una di queste settimane di rinnovamento annuale, nel lontano 1967, è stata l’esperienza fondativa dell’Opera Esercizi Spirituali: l’esistenza della Casa e l’offerta dei corsi di esercizi sono dunque vivente testimonianza della dolce efficacia di questa saggia tradizione.
Essa peraltro, come fu nel 1967 per tanti del gruppo fondatore dell’Opera, offre anche una forma più graduale di accesso agli esercizi ignaziani, rivolta a quanti non possono o trovano troppo impegnativo iniziare ad entrarvi dedicando tempi e impegni maggiori.